Contrariamente a quanto si pensi, la tecnologia RFID non è affatto recente ed è impiegata ormai da anni per usi industriali, civili e militari. Il caso più noto di applicazione civile è il sistema “Telepass” che fa uso di un transponder di tipo attivo, cioè alimentato da una batteria.
La sua storia inizia nel 1943 con lo sviluppo e l’utilizzo dei primi radar (“radio detecting and ranging”, rilevamento radio e misurazione di distanze). Durante la seconda guerra mondiale, il Ministero della Difesa britannico non ritenne del tutto soddisfacenti i primi sistemi radar, poiché non distinguendo gli aerei amici dai nemici, non fornivano informazioni in tempo reale della situazione aerea; per tale motivo commissionò la progettazione di un sistema IFF - Identification Friend or Foe (Identificazione amico o nemico). Gli ingegneri decisero di implementare sugli aviogetti inglesi e alleati ("Friendlies") una scatola contenente una ricetrasmittente, denominata successivamente “transponder”, che all'atto dell'illuminazione radar rispondesse sulla stessa frequenza con un “bip”, permettendo al radar stesso l'identificazione degli aviogetti. In questo modo un aereo proprio ("friendly") era distinguibile da un aereo nemico ("foe").
L'evoluzione successiva fu non solo l'identificazione IFF ma anche quella univoca mediante un identificativo (“ID”) assegnato ad ogni aviogetto. Questo fu possibile modulando l'emissione del transponder (primi esperimenti di onde radio FM) a bordo dell'aereo, che non inviava più un semplice “bip”, ma una serie opportunamente codificata. Questa innovazione permise di “numerare” gli aviogetti e conoscerne la posizione univoca.
L'iniziale, se non il primo, lavoro che formalizza la tecnologia RFID è l'articolo di Harry Stockman, "Communication by Means of Reflected Power", scritto nell'Ottobre 1948. Stockman affermò che:
"Evidentemente, considerevoli ricerche e lavori di sviluppo devono essere fatti prima di risolvere il problema base della comunicazione di potenza tramite riflessione, e prima dell'esplorazione nel campo delle applicazioni utili."
Il 1950 fu un'era d'esplorazione della tecnologia RFID che sfruttò gli sviluppi tecnologici di radio e radar degli anni '30 e '40. Nel periodo 1950–‘60 vengono sviluppate le prime esplorazioni con esperimenti di laboratorio e dal 1960 inizia la ricerca sulla parte teorica dell'RFID con l'avvio di applicazioni pilota in alcuni campi. Nel 1963–1964, R. F. Harrington nei suoi libri "Field measurements using active scatterers" e "Theory of loaded scatterers" studiò la teoria dell'elettromagnetismo applicata all'RFID. Sempre nello stesso periodo furono fondate le prime attività che commercializzavano prodotti RFID: Sensormatic, Checkpoint, Knogo ed altre svilupparono sistemi di sorveglianza elettronica, Electronic Article Surveillance (EAS) per contrastare i furti. Gli EAS spesso utilizzavano tag a 1 bit per identificare la presenza o l'assenza del transponder, questo li rendeva economici ed efficienti come misura anti–taccheggio. Questi tipi di sistemi utilizzavano sia microonde sia tecnologie induttive. L'EAS è stata sicuramente la prima e più diffusa applicazione dell'RFID ad uso commerciale.
Dopo trenta anni la visione di Stockman divenne applicabile grazie ad altri fondamentali sviluppi: il transistor, i circuiti integrati, il microprocessore e lo sviluppo delle reti di comunicazione.
Nel 1970, sviluppatori, ricercatori,
società, università e laboratori governativi lavorarono attivamente allo sviluppo
dell'RFID, e notevoli progressi iniziarono a
realizzarsi nei laboratori di ricerca e negli istituti accademici come Los
Alamos Scientific Laboratory,
Northwestern University, e
Negli anni 1975-1978, grandi aziende
come
Il 1980 fu il decennio della piena
implementazione dell'RFID, attraverso interessanti
sviluppi, anche se non omogenei, nelle varie parti del mondo. Negli Stati
Uniti, il crescente interesse si concentrò sul trasporto, l'accesso personale
e, a livelli ridotti, sugli animali. In Europa, il maggior interesse fu per i
sistemi a corto raggio per l'identificazione degli animali, applicazioni per
industria e commercio, come il pagamento dei pedaggi in Italia, Francia,
Spagna, Portogallo e Norvegia che furono equipaggiati con RFID.
Negli anni ’90 si ebbe uno sviluppo di applicazioni in tutti i settori con la nascita dei primi standard. Negli Stati Uniti il 1990 fu un decennio rilevante per l'RFID, in quanto permise lo sviluppo su larga scala dei sistemi di pagamento elettronico. Il primo sistema di pagamento elettronico fu attivato in Oklahoma nel 1991: i veicoli potevano entrare in autostrada ad alta velocità eliminando i caselli d'ingresso ma con il controllo di videocamere. Nel 1992, nell'area di Houston, fu installato dall'Autorità di controllo delle strade, il primo sistema combinato di gestione del traffico e raccolta dei pedaggi. In Kansas, un ulteriore progetto utilizzava standard comuni, "Title 21", costituito da lettori in grado di operare anche con i tag dell'Oklahoma. Il successivo sistema "Georgia 400" impiegava lettori che potevano comunicare con i nuovi tag "Title 21" oltre a quelli esistenti. Infatti, queste due installazioni, furono le prime che implementarono la capacità multi protocollo nelle applicazioni di pagamento dei pedaggi.
Nel Nord–Est degli Stati Uniti, sette agenzie regionali formarono nel 1990 il E–Z Pass Interagency Group IAG, per sviluppare un sistema di pagamento dei pedaggi compatibile a livello regionale. Lo standard permetteva di utilizzare un singolo tag e un singolo conto corrente per ogni veicolo, indipendentemente dalla società che gestiva l'autostrada.
Sempre durante gli anni '90 gli interessi per le applicazioni RFID ebbero un notevole incremento anche in Europa. Uno standard europeo era necessario per le applicazioni di pagamento dei pedaggi in Europa, e molte società stavano lavorando allo standard CEN per pagamenti elettronici. Un nuovo impulso fu lo sviluppo del sistema TIRIS della Texas Instruments, utilizzato in molte automobili per il controllo dell'avvio del motore.
Con il successo dei pagamenti elettronici dei pedaggi, altri vantaggi seguirono l'utilizzo multiplo dei tag in differenti settori applicativi. Nel 1996 tutti i vagoni ferroviari USA furono equipaggiati con RFID e la città di Los Angeles introdusse gli RFID per gli animali domestici.
Durante tutti gli anni '90 i ricercatori continuarono a sviluppare soluzioni RFID, finché un nuovo sviluppo tecnologico espanse il suo funzionamento. Per la prima volta, diodi Schottky a microonde furono realizzati su un normale circuito integrato CMOS. Questo sviluppo permise la costruzione di tag RFID a microonde che contenevano un solo circuito integrato, una capacità prima limitata solo ai transponder RFID accoppiati induttivamente. L'IBM sviluppò questa tecnologia poi acquistata da Intermec, Micron, e Single Chip System SCS.
Nel 1999 è stato fondato l'Auto–ID
Center che ha raccolto i migliori ricercatori ed esperti da tre delle più
importanti università del mondo orientate alla
ricerca: il Massachusetts Institute of Technology (MIT) negli Stati Uniti,
Il 26 Ottobre 2003 è stato ufficialmente chiuso l'Auto–ID Center e dalle sue costole sono nate l'EPCglobal e Auto-ID Labs.
L'EPCglobal, in collaborazione con l'EAN International e l'Uniform Code Council UCC, porta avanti la ricerca completata dall'Auto–ID Center, verso lo sviluppo e l'adozione degli standard a livello industriale e commerciale. La nuova organizzazione ha assunto il compito di lavorare con utenti finali, produttori di hardware, software e soluzioni integrate al fine di costruire l'infrastruttura EPC Network e supportare le varie implementazioni. Guidare l'adozione commerciale e rivoluzionare il modo delle società di gestire le Supply Chain, sono un altro obiettivo fondamentale dell'EPCglobal.
L'Auto–ID Labs è stato creato dalla federazione di università mondiali e laboratori di ricerca costituita precedentemente con l'Auto–ID Center: MIT, Università di Cambridge, Università di Adelaide, Università di Keio, Università di Fudan e Università di St. Gallen. Ognuna continua a ricercare e sviluppare nuove tecnologie ed applicazioni. I nuovi laboratori sono interamente finanziati dall'EAN, UCC, governi ed industrie.
Il numero di compagnie che si orienta e che investe enormi cifre nel
mercato RFID è in continuo aumento: nel 2000 è stato stimato un giro d’affari
pari a 2 miliardi di dollari e inoltre centinaia di brevetti basati sulla
tecnologia RFID vengono depositati annualmente. Le
applicazioni realizzabili attraverso la tecnologia RFID sono
infinite, potenzialmente riguardano ogni settore delle attività umane:
logistica per supermercati, tracciatura di animali, identificazione di oggetti
ai fini inventaristici, biblioteche intelligenti,
anticontraffazione, micropagamenti e borsellini
elettronici, sicurezza e
monitoraggio. In modo più
scientifico e razionale, il Professore Carlo Alberto
Carnevale Maffè e il Dottore Daniele Bianchi hanno
dimostrato che l'RFID è una tecnologia di tipo general
purpose. La continua riduzione dei costi dei chip di
memoria e la capacità tecnologica di miniaturizzare i componenti
elettronici (al punto da ottenere delle etichette adesive intelligenti le
cosiddette "smart labels", contenenti al loro
interno, in uno strato sottilissimo, un transponder
detto "inlay") permette di intravedere
nuovi ambiti applicativi su larga scala dei tag. Ma
la vera rivoluzione tecnologica consiste nell’utilizzare questa tecnologia,
sempre più economica e miniaturizzata, per creare un sistema globale di identificazione e tracciamento degli oggetti
basato su standard aperti e appoggiato sulla rete delle reti, Internet,
quale strumento naturale di interconnessione delle informazioni di
qualsiasi prodotto o oggetto presente sul mercato. In
effetti si sta, creando una "Internet of Things"
che tradotto significa
"Internet delle cose": come Internet permette di collegare due
persone in qualunque parte del mondo, così i tag
applicati su tutti gli oggetti, permetteranno di localizzarli globalmente [3].